A seguito della conversione del Decreto Aiuti, sembrava che finalmente la situazione di stallo del settore edilizio fosse giunta a una svolta: leggendo l’art.14, il mercato dei crediti fiscali avrebbe dovuto sbloccarsi.
Tuttavia, il Decreto-legge 17 maggio 2022 n.50 (Decreto Aiuti), con le modificazioni effettuate dalla Legge 15 luglio 2022 n.91, ha smentito questa ipotesi. L’art.14, infatti, modificava la cessione del credito con effetti retroattivi, ma l’art.57, comma 3 ne disponeva la fattività a partire dagli sconti in fattura o prime cessioni del credito comunicate all’Agenzia delle Entrate dal 1° maggio 2022. Per le comunicazioni avvenute prima di questa data, sono rimaste in vigore le disposizioni del relativo regime temporale.
Una possibile via di uscita potrebbe essere la proposta di emendamento con cui viene abrogato l’art.57, comma 3 del Decreto Aiuti ma, anche così, non è possibile dire con certezza se questa sia effettivamente la soluzione del problema. La modifica darebbe alle Banche la possibilità di cedere il credito ai propri correntisti non consumatori, ma le gravi conseguenze portate dal blocco delle cessioni hanno da tempo iniziato a far sentire il loro peso.
Un’altra “speranza” risiede nel Decreto Aiuti-bis, con cui si dovrebbe intervenire sulla responsabilità solidale per dare agli acquirenti del credito maggiori sicurezze.
Sono tutti tasselli di un puzzle difficile da ricomporre e il tempo ormai sta stringendo: imprese e professionisti del settore edile sono in seria difficoltà ed è indispensabile trovare il prima possibile una soluzione equa e chiara per tutti.