I rifiuti tornano ad essere risorse, gli sprechi vengono ridotti all’osso: è questo il principio alla base del concetto di “economia circolare”, che nasce con l’obiettivo di favorire lo sviluppo sostenibile economico, sociale e ambientale. Solo il ramo dell’edilizia è “responsabile”, ad oggi, della produzione di circa il 30% dei rifiuti generati nell’Unione Europea, il che rende necessaria una strategia di rinnovamento del settore.
Modalità di applicazione
L’economia circolare in edilizia prevede:
- Il riuso dei materiali;
- Il riciclo dei materiali;
- Una maggiore responsabilità del produttore, che mantiene le proprietà del prodotto e ne gestisce lo smaltimento;
- La condivisione tramite la progettazione di spazi flessibili.
Le manovre a tema, negli ultimi anni, sono state diverse:
- Il “Piano d’adozione per una nuova economia circolare”, presentato a marzo 2020 con lo scopo di realizzare prodotti più in linea con i criteri di sostenibilità;
- Nel 2021 è stata adottata una risoluzione sul piano d’azione da parte del Parlamento europeo, al fine di poter raggiungere una drastica riduzione delle emissioni di carbonio ed ottenere un’economia totalmente circolare entro il 2050:
- A marzo 2022 è stato pubblicato un pacchetto di misure volto a velocizzare la transizione ecologica.
I pro e contra
Affinché anche in edilizia si possa avere un approccio di valore verso la circolarità, in Italia sono stati introdotti i Criteri Ambientali Minimi (CAM), così da indirizzare il settore delle costruzioni verso un cambiamento positivo.
Anche il Superbonus 110% ha prodotto un risultato in questo senso, non solo nel pubblico ma anche nel privato, introducendo l’obbligo di certificazione di utilizzo di materiali isolanti che rispettino i CAM al fine di poter accedere alle detrazioni.
Una ulteriore misura è stata quella di introdurre il principio del DNSH (Do No Significant Harm) nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, in modo che gli interventi previsti dai PNRR non arrechino danni all’ambiente, il che può dirsi un aiuto non trascurabile alla transizione ecologica.
È pur vero, tuttavia, che vi sono ancora diversi ostacoli ad una applicazione virtuosa, essendo poco diffuse sul mercato soluzioni che garantiscano il recupero dei componenti a fine vita, nonché strategie di recupero in sito, fino alla trasformazione delle materie prime seconde (mps).
Ripensare l’edificio
In virtù di tali considerazioni, si rende necessario definire nuove strategie di progettazione e di utilizzo e gestione delle risorse. L’edificio deve essere progettato avendo a monte un’idea di riutilizzo, recupero e reimmissione sul mercato delle materie che lo costituiscono, riducendo i rifiuti da demolizione attraverso un’oculata programmazione del fine vita delle strutture.