Anche l’edilizia si adegua alle implicazioni del cambiamento climatico, non solo in termini di ritardi, ma anche di aumento di costi. Delle ripercussioni si discute anche relativamente all’esigenza di applicare una sorta di “rivoluzione sostenibile”, individuando il giusto equilibrio tra benessere abitativo e qualità dell’immobile. In questo senso, sarebbe opportuno che l’architettura tradizionale aprisse le porte a tecniche di costruzione più moderne.
Su quali caratteristiche puntare
Per perseguire la finalità di cui sopra, è fondamentale considerare tutte le velleità di un clima in costante cambiamento. Come può, l’edilizia, mantenersi al passo?
- Attraverso tecnologie energetiche efficienti, aumentando le prestazioni dell’involucro edilizio: il risparmio di energia diventa una chiave di lettura fondamentale per le nuove costruzioni e per quelle in ristrutturazione;
- Incrementando l’efficienza e riducendo la CO2 con la produzione di energia pulita, quindi ottenuta da fonti rinnovabili;
- Valorizzando le case passive, dove il fabbisogno energetico è ridotto al minimo.
Duplice vantaggio
Il risultato di un simile approccio non è soltanto quello di produrre edifici resilienti e che contrastino i cambiamenti climatici, ma anche l’ottenimento di soluzioni più integrate con il contesto, in grado di autoalimentarsi e che garantiscano il maggior isolamento termoacustico possibile. L’obiettivo finale è quello di passare ad edifici virtuosi già a partire dalla fase di progettazione, quindi durante la scelta dei materiali e delle modalità costruttive: spostarsi, cioè, verso gli NZEB (Nearly Zero Energy Building) per avere elevatissime prestazioni a impatto prossimo allo zero in termini ambientali.