Dalla tutela della biodiversità al risparmio in bolletta: la tecnologia della copertura verde sta diventando uno degli elementi principali per una costruzione sostenibile, per contrastare la tendenza alla cementificazione e per reinserire il verde urbano in città.
Quali tipologie conosciamo?
Ci sono tre tipologie di tetto verde:
- Estensivo: simile a un tappeto erboso, necessita di poca manutenzione e trae nutrimento dalle acque meteoriche. Ha uno spessore contenuto, di circa 10-13 cm;
- Semi-estensivo: composto da vere e proprie piante che affondano le radici per circa 15 / 30 cm. Richiede una maggiore manutenzione rispetto alla prima tipologia, ma non troppo di frequente;
- Intensivo: è un vero e proprio giardino, con percorsi pedonali, alberi, arredo. In questo caso, lo spessore sarà sicuramente più importante e la manutenzione sarà simile a quella di un comune spazio pubblico.
I benefici
I tetti verdi garantiscono pari vantaggi rispetto al tradizionale verde urbano:
- Assorbono anidride carbonica, monossido di azoto e zolfo e solfuri;
- Producono ossigeno;
- Intercettano gli agenti inquinanti;
- Contribuiscono a dissipare molte sostanze chimiche in sospensione nell’aria.
Ma gli aspetti positivi non si fermano qui: il contributo al benessere ambientale fornito da un tetto verde si estende anche all’arricchimento della biodiversità, favorendo la purificazione dell’aria e la riduzione degli effetti dei cambiamenti climatici che, in città, si concretizzano nelle sempre più frequenti ondate di calore, ma anche nubifragi.
Inoltre, i tetti verdi aiutano anche al controllare l’assorbimento solare, termoigrometrico e favoriscono l’isolamento termico, garantendo un considerevole risparmio di energia nel lungo periodo.
I costi
Definire una fascia di prezzo precisa non è così immediato, a causa delle numerose variabili in gioco. Ma sicuramente intervengono, in aiuto di chi volesse realizzare una copertura green, validi incentivi fiscali: questo tipo di lavorazione, infatti, rientra tra quelle garantite dal bonus verde.